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Il Vittoriano, sempre criticato

Sul monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, detto Vittoriano, identificato come l'Altare della Patria che in effetti ne è solo una parte, è stato detto tutto, e tutto è consultabile sul web


Lo riassumiamo per renderci conto di quanto la sua ideazione ed edificazione abbia influito sull'urbanistica cittadina e sull'opinione pubblica romana.

Scontato che al primo re d'Italia, detto Padre della Patria, si dovesse meritoriamente erigere un monumento celebrativo, i concorsi per la sua progettazione e realizzazione furono diversi e molti traevano ispirazione in gran parte dall'altare di Zeus di Pergamo.

Dal 1878, dopo le solite italiche polemiche, il progetto vincitore di Giuseppe Sacconi vide la luce solo con l'inaugurazione del 4 giugno del 1911.
La realizzazione ebbe luogo attraverso la demolizione di una vastissima zona del centro di Roma, con enormi sbancamenti e sventramento di interi isolati.
Naturalmente ciò provocò infinite critiche, ma contribuì certamente al risanamento della zona abbattendo anche edificazioni fatiscenti.

Sulle numerose ed emblematiche opere scultoree che caratterizzano il complesso monumentale doveva troneggiare la statua del Re, per la quale fu bandito un ulteriore concorso che nel 1905 fu vinto da Enrico Chiaradia, con la ferma opposizione del Sacconi che nel suo progetto non aveva previsto una statua equestre.
Dopo accanite polemiche, fu dato inizio alla fusione del bronzo di venticinque cannoni messi a disposizione dal Ministero della Guerra.

La fonderia di G.B.Bastianelli, con le officine a San Michele a Ripa e a San Lorenzo, provvide alla realizzazione dell'enorme statua da 50 tonnellate, che fu trasportata a pezzi per essere montata in loco sul Monumento, nel febbraio 1911.
La statua del re fu aspramente criticata per l'impropria divisa indossata e per l'esagerazione dei suoi baffi, ma fu comunque issata e posizionata sul monumento con la sua mole: il solo cavallo era lungo 12 metri e il suo ventre era talmente enorme che al suo interno fu apparecchiata una tavola dove pranzarono sia le maestranze che i dirigenti e le autorità.
Si raccontava di cena a base di champagne, ma le foto mostrano in realtà un pasto frugale con semplici fiaschi e bottiglie di vino.

In seguito, il 4 novembre del 1921, al centro sotto la statua della Dea Roma fu tumulata la salma del Milite Ignoto in quello che era stato progettato come Altare della Patria nel 1906 e realizzato dallo scultore bresciano Angelo Zanelli.

L'edificazione fu completata nel 1927, dopo che sui Propilei furono apposti i gruppi marmorei della Quadriga dell'Unità, di Carlo Fontana, e della Quadriga della Libertà, di Paolo Bartolini. Il complesso monumentale fu criticato per la sua mole sproporzionata e per il biancore dei suoi marmi, inadeguato ai colori dominanti nell'urbanistica romana, tra i quali spicca quello del travertino, più caldo e dai riflessi dorati.
Il 12 dicembre 1969 alle 17,30 e alle 17,40 due bombe esplosero vicino a ciascuno dei propilei, senza fare vittime ma scaraventando lontano la porta del Museo del Risorgimento e rompendo le vetrate della basilica di Santa Maria in Aracoeli.
Per i danni subiti dall'attentato il Vittoriano fu chiuso al pubblico, quindi nel 1975 fu lasciato dal Ministero della Pubblica Istruzione e preso in carico da quello dei Beni Culturali, che lo gestisce ancora oggi.

Il 20 maggio del 1981 fu dichiarato bene di importanza storica e artistica ai sensi della legge n° 1089 del 1º giugno 1939.
Dopo i lunghi restauri (durati trent'anni!), il Monumento fu reso nuovamente accessibile al pubblico, con una cerimonia alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi, il 24 settembre 2000.


Sandro Bari, Direttore Rivista "Voce romana" © Riproduzione riservata
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