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Notizie utili per l'Amministratore di Condominio

Una via nata per... Conciliare

Corsi e ricorsi si affacciano nella storia in ogni occasione: stavolta cogliamo quella dei lavori per la "sistemazione" di piazza Pia che tanto scompiglio stanno apportando alla già difficile circolazione romana.


Lavori immani, che avrebbero dovuto essere programmati e iniziati ben prima di oggi, quando mancano pochi mesi all'apertura del Giubileo, quell'evento universale che portando a Roma milioni di turisti, fedeli e curiosi, provocherà ingorghi spaventosi di mezzi e di uomini.

Il mantenimento delle promesse di fine lavori si presenta difficilmente realizzabile, sia perché ormai il rispetto dei programmi specie in campo urbanistico è una chimera, sia perché non mancherà occasione di interruzioni, quanto meno per i ritrovamenti archeologici che qualunque cittadino, anche il più sprovveduto e inesperto, avrebbe dovuto prevedere.
E che, ovviamente, provocheranno blocchi improvvisi dei lavori, come già accaduto, con l'assicurazione che i reperti saranno immediatamente catalogati e spostati... altrove (!).

Il ritrovamento di fine giugno scorso è stato accolto con meraviglia: perbacco, chi mai avrebbe potuto sospettare che dove esistevano residenze lussuosissime risalenti al I secolo come gli Horti Imperiali di Agrippina madre di Caligola e di Domizia moglie di Domiziano, con portici e giardini sulle rive tiberine, potesse esistere anche una grande lavanderia (fullonica) con tutti gli annessi e connessi e dove, magari (afferma qualcuno con stupore) venivano lavate anche le toghe di Adriano!

La creazione del sottopasso veicolare serve a facilitare lo scorrimento delle vere proprie fiumane di turisti che da Castel Sant'Angelo devono dirigersi verso San Pietro, evitando il difficile attraversamento di piazza Pia per imboccare via della Conciliazione.
Una strada monumentale dall'effetto spettacolare che tutto il mondo ci invidia, come via dei Fori Imperiali, e, come quella, fonte delle polemiche che oggi rammentiamo.

A suo tempo lo smantellamento di tutto l'edificato preesistente (Borgo Vecchio e Borgo Nuovo), composto di qualche palazzo nobiliare ma in maggioranza da case fatiscenti e vicoli tortuosi e malsani, non fu che l'attuazione di un piano plurisecolare di risanamento e di ristrutturazione, previsto già dal Bramante e propugnato in particolare da papa Giulio II, il quale immaginava per pellegrini e visitatori una visuale fantastica della Cupola di San Pietro per chi provenisse da Castel sant'Angelo, non appena attraversato il Tevere.

Infatti, le grandi masse di folla giunte in Borgo venivano convogliate verso la città Santa e costrette ad essere incanalate per viottoli e strade appena percorribili prima di spuntare di fianco al Colonnato berniniano.
Era necessaria una grande arteria, movimentata oltre che da edifici eleganti, da porticati, colonne, obelischi che conducesse "fino al nuovo tempio dell'apostolo Pietro sovrastato dalla stupefacente immensità della cupola".
Il progetto, previsto dunque da secoli e prospettato da insigni architetti e urbanisti, non era mai stato realizzato: erano infatti troppo onerosi i costi previsti per il risarcimento ai proprietari delle case e dei terreni compresi nella cosiddetta "spina di Borgo".

Con il Concordato del 1929 furono poste le basi collaborative, anche economiche, tra Stato e Chiesa per lo stanziamento dei fondi e la realizzazione del progetto, che avvenne in pochi anni: dall'inizio dei lavori nel 1936 (Architetti Piacentini e Spaccarelli), che comportò lo spostamento di interi palazzi, poi l'interruzione per il periodo bellico, infine l'inaugurazione per l'Anno Santo 1950.
Da notare che verso la fine dei lavori furono trovati i resti della Meta Romuli, la più grande piramide romana che si diceva ospitasse i resti del fondatore dell'Urbe e che era stata smantellata con enormi lavori da papa Alessandro VI per l'apertura della nuova strada, detta via Alessandrina, in occasione del Giubileo del 1550: segno evidente che anche molti secoli fa si effettuavano, al bisogno, sventramenti e abbattimenti secondo le necessità urbanistiche.

La nuova via della Conciliazione fu accolta con soddisfazione di tutti, tranne che da coloro che per ragioni ideologiche o nostalgiche rimpiangevano l'apparizione della basilica tra vicoli e case fatiscenti, le botteghe, i magazzini e i depositi degradati.
Pare comunque che il pubblico sia più favorevolmente impressionato da un apparato visivo unico al mondo come quello della Basilica di San Pietro che compare nella sua maestosità fin da Castel Sant'Angelo.


Sandro Bari, Direttore Rivista "Voce romana" © Riproduzione riservata
Dossier condominio 203/2024