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Notizie utili per l'Amministratore di Condominio
L'Augusteo apre... sotto elezioni
Con gran clamore (siamo in clima elettorale) viene annunciata la
Gratuito fino a un certo punto e non per tutti, necessaria la prenotazione che prevede mesi di attesa.
I visitatori non si aspettino gran che, se non una passeggiata nel rudere e la visione di qualche resto archeologico.
Certo, molto si è fatto, pur con estrema lentezza, in questi ultimi 14 anni, ma si tratta di evoluzione negli studi e nelle scoperte archeologiche, alle quali il grande pubblico è generalmente poco interessato.
Io, che avevo le finestre del mio ufficio sopra al monumento, nel palazzo con il grande bassorilievo di Biagini, ho avuto modo di visitarlo quando rimase chiuso per decenni.
All’interno, scaffali di scatole e casse di reperti piene di polvere, nessuna attività di ricerca o altro. All’esterno, il giardino, allora abbastanza ben tenuto (esisteva un Servizio Giardini che potava gli oleandri, curava i cipressi, tagliava l’erba), accogliente per passeggiare, leggere, prendere il sole. Anni ’60, ’70, ’80...
Poi la megalomania rutelliana ha permesso a un certo Meier di erigere l’orrenda “pompa di benzina” per contenere l’Ara Pacis, consentendo non solo lo smantellamento, ma anche la criminale distruzione della discreta teca di Vittorio Ballio Morpurgo che dal 1938 la racchiudeva elegantemente.
Da allora, la piazza è stata snaturata, il Mausoleo è stato abbandonato a se stesso, recintato con redditizi cartelloni pubblicitari: all’interno melma, palude, vegetazione incolta, all’esterno scavi archeologici cominciati e mai finiti.
Tutto in attesa che come al solito le varie amministrazioni succedutesi bandissero concorsi, formassero commissioni, approvassero i progetti di ristrutturazione: piovuti a decine, taluni anche belli e sensati, naturalmente bocciati.
Il vincitore sta ancora aspettando (dal 2006!) la realizzazione che forse non avverrà mai... e sarà anche meglio.
Ora qualcuno, finalmente, ha provveduto alla bonifica della palude e al restauro esterno.
Anche l’interno è stato ripulito e ristrutturato per rendere possibile l’accesso al pubblico, anche se disagiato per carenze di percorsi accessibili a disabili e servizi igienici.
Molto importante è la ipotetica ricostruzione virtuale che emerge dagli ultimi studi dell’archeologa Paola Virgili con la resa visiva dell’architetto Alberto Mancini.
L’impegno e la passione degli studiosi hanno rendo possibile una ulteriore ricostruzione storica del monumento, dopo quelle ipotizzate nei secoli da Baldassarre Peruzzi, da Luigi Canina, da Guglielmo Gatti.
Viene così ribaltata, dati certi alla mano, la teoria della tumulazione di tipo etrusco per lasciare il posto a quella di un enorme monumento celebrativo, facente parte di un grande complesso edilizio che interessava buona parte del Campo Marzio e comprendeva l’Ara Pacis, il Tempio di Agrippa (il Pantheon), gli Obelischi, la Meridiana… un affascinante percorso che si può seguire vivendo i ritrovamenti sotterranei in due video imperdibili, che valgono più di qualunque visita:
www.youtube.com/watch?v=apqhxZO2To0&ab_e
www.youtube.com/watch?v=jigJ0CxvHKs&ab_
La parte più appassionante per lo storico è l’evoluzione del monumento nei millenni.
Anche questa si può trovare su internet, ma come sempre contraddittoria e spesso inattendibile. Io stesso ne ho pubblicato un saggio, “Intorno all’Augusteo, una piazza sfortunata”, visibile sul sito della Strenna dei Romanisti (anno 2008). Mi limiterò dunque ad un breve sunto: parlano le immagini.
La costruzione del monumento funebre, ideato da Augusto nel 28 a.C., fu ultimata tra il 13 e il 9 d.C.: l’imperatore lo aveva progettato come tomba per sé e per la sua gente Giulio-Claudia.
Infatti vi sono seppelliti tutti gli imperatori fino a Nerva, escluso Nerone.
Il Mausoleo era concepito per ergersi nella piana del Campo Marzio mostrandosi a tutta Roma nella sua magnificenza, con la statua dell’imperatore, alta quattro metri in bronzo dorato, svettante sulla cima a 45 metri di altezza.
Consistente in una serie di cinque cilindri concentrici era una gigantesca costruzione il cul muro di sostegno esterno aveva un diametro di 90 metri, uno spessore di cinque e una altezza di 15, ricoperto di volte a botte che sostenevano un giardino pensile, rivestito in travertino e marmo.
Spogliato dai Goti di Alarico nel 410, abbandonato per secoli, di nuovo saccheggiato nel 1167, se ne appropriarono i Colonna trasformandolo in fortificazione, fino all’assedio da parte del senatore Matteo Rosso Orsini, nominato da Gregorio IX, che pose fine al loro dominio nel 1241.
Nel 1354 vi fu cremato il corpo di Cola di Rienzi. Dal '500 venne trasformato in giardino all’italiana, di pertinenza del limitrofo Palazzo Soderini e vi si svolgevano spettacoli teatrali e cir censi.
Nel 1751 passò in proprietà a Benedetto Correa de Sylva, che abbellì il giardino e lo rese disponibile al pubblico, fece costruire gradinate in legno e vi organizzò spettacoli pirotecnici, corride e giostre. Il popolo lo nominò “il Corea”.
Alla fine del secolo le gradinate furono edificate in muratura e arrivò a contenere 3500 spettatori.
el 1802 la proprietà passò alla Camera Apostolica che vi fece svolgere i suoi spettacoli; nel 1819 il Valadier ne ricostruì la copertura; nel 1869 venne affittato come Auditorium all’impresario Vincenzo Iacovacci.
Nel 1875 ospitò un grande banchetto in onore di Giuseppe Garibaldi. Chiamato Politeama Umberto I, nel 1880 venne acquistato dal conte Telfener, l’amministratore dei beni della famiglia reale (proprietario anche della villa Savoia che aveva dedicato alla moglie Ada).
Il tetto fu ricoperto in lastre di vetro e vi si svolsero le lavorazioni per i bozzetti in gesso della statua equestre del re, Vittorio Emanuele II, che sarebbe stata montata sull’Altare della Patria.
Nel 1907 diventò per legge proprietà comunale e venne inaugurato come Sala da Concerto il 16 febbraio 1909: vi si svolsero importanti rappresentazioni e rimase tale fino al 1936, quando cominciò lo smantellamento per edificare la nuova piazza prevista dal Piano Regolatore del 1932.
Antonio Cederna lo definiva “dente cariato”, e, visto dall’alto, l’aspetto era quello. Come tale, in effetti, sembra non abbia avuto mai pace. E ancora non è finita…






















