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Notizie utili per l'Amministratore di Condominio

Pizzardoni

Attenti, arriva la Guardia!


Quanti di voi ricordano questa frase con la quale le mamme o le nonne intimidivano i bambini al parco, quando si avventuravano oltre i recinti delle aiuole erbose o insistevano a spruzzarsi con i getti delle fontanelle o si tiravano le "breccole" di ghiaia?

Ora tutto ciò resta solo un ricordo di gioventù, compresa l'immagine della Guardia, quel signore con la divisa nera d'inverno e bianca d'estate, col cappello a forma di disco volante, spesso in bicicletta: dal taschino pendeva la catenella con il fischietto e dalla tasca gli spuntava il blocchetto delle contravvenzioni.
Era una figura che dava comunque sicurezza al cittadino, sicuramente più benvoluto, perché più affabile e comprensivo, del poliziotto o del carabiniere.
Veniva chiamato confidenzialmente pizzardone, ma non era un temine offensivo, perché derivava dalla forma del copricapo d'ordinanza che era stato un segno distintivo del suo Corpo dalla nascita: quella feluca a due pizzi e piumata che ricordava i becchi delle pizzarde - le beccacce - che non mancavano nelle paludi pontine e nella campagna romana.

I Pizzardoni, all'atto della costituzione, nel 1871, si chiamavano Guardie di Città, o Municipali, e ci tenevano a non essere confusi con gli Agenti di Pubblica Sicurezza, che a Roma erano detti Questurini.


Roma era stata appena conquistata dai piemontesi che vi avevano costituito cinque corpi di guardie civiche: le Guardie di Città, le Guardie del Pincio, le Guardie Rurali, le Guardie del Tevere e le Guardie Daziarie, composti in gran parte dagli appartenenti al precedente Corpo dei Grascieri, le Guardie Annonarie della Roma papalina.
Nella divisa originale, che appare nella stampa dell'epoca, era previsto il cappotto, ma fu presto abolito sostituendolo con un mantello nero che li assimilava ai Mandatari, coloro che aprivano cortei celebrativi, processioni o funerali.

Furono assunti inizialmente in 300, poi aumentarono fino a 700 e nel 1905 fu abolita la pizzarda, rimasta in uso solo nelle cerimonie. Nel 1914 fu abolita anche la sciabola: essendo pertanto disarmati e smilitarizzati, furono in seguito equiparati ai dipendenti comunali.
Nel 1927 il Corpo delle Guardie di Città fu sciolto per dar luogo al nuovo Corpo dei Metropolitani, con funzioni simili ai Questurini.

Nel 1947 la nuova amministrazione comunale romana lo sostituì con il Corpo dei Vigili Urbani: la nuova divisa era nera con il cappello a cupola tonda, che restò in uso fino agli anni 60, quando fu sostituito da quello attuale, a forma di elmetto ovoidale.
I Vigili diventarono poi Agenti di Polizia Municipale, ufficializzata nel 1986.

La denominazione nel 2003 cambiò in Agenti di Polizia Locale, istituto che per caratteristiche comunali viene compreso nella Polizia della Città Metropolitana di Roma Capitale, nome piuttosto ridondante che indica la ex Provincia di Roma, disciolta per questioni politiche e amministrative, ma presto rinata sotto altra denominazione, che comprende i 121 comuni limitrofi all'Urbe.
Perciò i nostri ex Vigili Urbani romani, anche se portano la scritta Polizia Locale Roma Capitale, sono in effetti, di nuovo, Agenti di Polizia Metropolitana.

Ma mentre quella provinciale indossa una divisa color avio, i nostri hanno la solita blu notte.
Sono arrivati ad essere oggi circa 6300, ma dovranno aumentare fino ad almeno 8000 per poter svolgere i loro compiti in una città praticamente ingovernabile come la nostra.

Oggi, che ormai quasi non si vedono più in giro e che hanno praticamente rinunciato a elevare le contravvenzioni automobilistiche, per noi romani restano sempre i simpatici Pizzardoni. Ma solo confidenzialmente: d'altra parte, se per avventura ne trovassimo uno e volessimo interpellarlo, come lo chiameremmo? Scusi, signora Guardia? Permette, signor Agente?
 


Sandro Bari, Direttore Rivista "Voce romana" © Riproduzione riservata
Dossier condominio 202/2024