L’articolo tratta i nuovi orientamenti nelle controversie sulla ripartizione delle spese condominiali

1. Tabelle millesimali di fatto
Evoluzione giurisprudenziale: 
- Precedente orientamento: Ammetteva la formazione tacita di tabelle millesimali attraverso prassi comportamentali (es. pagamenti pluriennali, accettazione bilanci). 
- Nuovo orientamento (Cass. 26042/2019): Richiede la forma scritta ad substantiam per l’approvazione o revisione delle tabelle, escludendo validità a modifiche tacite. 
- Maggioranza qualificata: Basta la maggioranza di 500 millesimi (art. 1136 c.c.), non più l’unanimità, per tabelle conformi ai criteri legali. 

2. Interesse ad agire
Imprescindibilità del pregiudizio patrimoniale: 
- Per impugnare una delibera di riparto spese, il condomino deve dimostrare un danno concreto alla propria posizione patrimoniale (Cass. 11289/2018). 
- Superato l’indirizzo che ammetteva l’impugnazione per il solo "ripristino della legalità". 

3. Competenza per valore 
Criterio generale: Il valore della causa si determina sull’importo contestato dal singolo condomino, non sull’intera spesa deliberata (Cass. 24748/2019). 
Eccezione per vizi formali: Se l’impugnazione riguarda vizi procedurali (es. difetto di quorum), il valore si calcola sull’intero ammontare della delibera. 
Critica: Alcune sentenze precedenti suggerivano di considerare sempre l’intera spesa nelle impugnazioni, per coerenza con l’effetto simul stabunt simul cadent del riparto. 

4. Conclusione:
L’articolo evidenzia come la giurisprudenza recente tenda a:
1. Rigorizzare le formalità per le tabelle millesimali, privilegiando certezza e trasparenza. 
2. Limitare l’accesso all’impugnazione ai soli casi di pregiudizio patrimoniale. 
3. Definire criteri di competenza più restrittivi, salvo per vizi formali. 

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Fonte: Dossier Condominio n. 176/2020 – Franco Petrolati - Magistrato - redattore ANACI Roma.